Progetti

02/03/2016

Progetti fondazione

Eat'Safe: Italy-China Dialogue in Food Safety

Nell’ambito dei progetti di ricerca scientifica promossi e finanziati da Fondazione Cariplo, la Fondazione Italia Cina è protagonista di un progetto di ricerca che - attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro sino-italiano che vede la collaborazione di CAAS - Chinese Academy of Agricultural Sciences intende valorizzare la conoscenza e l’esperienza italiana nell’ambito della sicurezza lungo tutta la filiera agroalimentare e creare un sistema integrato (enti istituzionali, centri di ricerca, aziende) che operi sui temi specifici della sicurezza alimentare.

Il progetto, della durata di un anno, favorirà il completamento e perfezionamento del sistema della sicurezza alimentare cinese tramite l’elaborazione di raccomandazioni, il suggerimento di azioni e la valorizzazione di best-practice.

Il 2 marzo 2016, a Milano, si è tenuto il kick off meeting, la riunione ufficiale di avvio progetto alla presenza dello staff della Fondazione Italia Cina e dei quattro esperti italiani. 

PRESENTAZIONE Eat'Safe: Italy-China Dialogue in Food Safety

Attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro sino-italiano si intende valorizzare la conoscenza e l’esperienza italiana nell’ambito della sicurezza lungo tutta la filiera agroalimentare e contestualmente accreditare l’Italia come referente delle istituzioni cinesi sul tema proponendo altresì agli interlocutori cinesi il modello della sicurezza alimentare italiano, riconosciuto tra i più avanzati a livello internazionale. Ciò potrà generare ricadute positive sia per i consumatori italiani esposti ad alimenti importati dalla Cina in linea con gli standard sulla sicurezza alimentare dei Paesi più avanzati sia occasioni di sviluppo commerciale per gli operatori della filiera.

Il progetto intende creare un sistema integrato (enti istituzionali, centri di ricerca, aziende), sia a livello italiano che cinese, che operi sui temi specifici della sicurezza alimentare. Il progetto, incentivando la cooperazione tra i principali stakeholder (istituzioni, centri di ricerca e università, società civile, operatori economici) favorirà il completamento e perfezionamento del sistema della sicurezza alimentare cinese tramite l’elaborazione di raccomandazioni, il suggerimento di azioni e la valorizzazione di best-practice.

La prima fase del progetto, che si svolgerà su dodici mesi di lavoro, ha come obiettivo la costituzione di un Tavolo paritetico Italia-Cina costituito da esperti italiani e cinesi incaricato della stesura e pubblicazione di un documento contenente l’analisi del fabbisogno attuale e prospettico di ricerca nonché le raccomandazioni per i policy maker dei due Paesi. 

Una seconda fase prevede il finanziamento da parte italiana e cinese di progetti di ricerca sulla base del fabbisogno emerso dall’analisi del Comitato. Si valorizzeranno prioritariamente quei progetti di ricerca che avranno ricadute sull’Italia e sul territorio lombardo in particolare, nonché sul settore industriale italiano (a titolo esemplificativo: operatori nel settore delle bonifiche dei terreni agricoli, operatori nel settore del packaging alimentare, operatori nel settore dell’agricoltura sostenibile).

CONTESTO PROGETTUALE 
Nell’ambito dell’ultimo Comitato Governativo Italia Cina (30 ottobre 2013), i due Paesi hanno preso atto della collaborazione esistente a livello settoriale e dei risultati raggiunti e hanno proposto un approfondimento della cooperazione bilaterale lungo quattro filoni/filiere che rivestono particolare importanza per la Cina nel suo percorso di sviluppo, così definito dal XII piano Quinquennale (2011-2015) e contemporaneamente delle opportunità per gli enti e gli operatori, italiani e cinesi, in quattro settori, tra i quali il settore agricoltura e sicurezza alimentare .

Cenni sul mercato agroalimentare
Dal 2012 la Cina è il principale mercato del mondo per il settore Food & Beverage ed entro il 2018 diventerà anche il primo mercato per prodotti alimentari importati. Tra il 2008 e il 2014, il settore alimentare cinese è cresciuto annualmente di oltre il 15%. Il principale driver della crescita dei consumi cinesi nel periodo 2000-2014 è stata proprio la spesa in alimenti e bevande. Il mer¬cato ha raggiunto una dimensione di oltre 2.000 miliardi di Renminbi (circa 317 miliardi di dollari Usa). I modelli di consumo si stanno allineando ai più avanzati, e stanno diventando maggiormente riconoscibili da un punto di vista occidentale. Ciò dipende in larga misura dall’urbanizzazione, dall’aumento del reddito disponibile, dall’influenza internazionale e dai cambiamenti che interessano gli stili di vita. Influiscono inoltre la maggiore possibilità di scelta, la maggiore consapevolezza della salute e della si¬curezza alimentare, il rapido sviluppo di canali di distribuzione (ammodernamento della vendita al dettaglio, catene di ristorazione ispirate al modello occidentale) e la propensione alla sperimentazio¬ne che caratterizza il consumatore cinese. La popolazione cinese è sempre più sensibile nei confronti dei marchi e del marketing, alla ricerca di migliore qualità e di prodotti confezionati in maniera igienica, come anche di prodotti alimen¬tari più sani e funzionali. Si osserva tuttavia una crescente domanda per fast-food e cibi preparati. Dato che la domanda è già relativamente sviluppa¬ta, il Governo sta lavorando alla modernizzazione dell’offerta, nel tentativo di evitare ulteriori scan¬dali lungo la filiera produttiva come avvenuto nel 2011, con il coinvolgimento del maggior produt¬tore cinese di carne Shuaghui e al più noto caso del latte alla melamina (2008). Oltre alla domanda crescente per alimenti salutari, si osserva una forte insoddisfazione ed un costante abbassamento della fiducia dei consumatori rispetto a prodotti locali come acqua, latte fresco e latte concentrato, frutta e verdura, carne ed una corrispondente domanda in espansione per prodotti importati.

La legge sulla sicurezza alimentare
L’Assemblea Nazionale del Popolo ha recentemente approvato la legge sulla sicurezza alimentare, la cui ultima versione risaliva al 2009. La normativa prescrive rigidi accorgimenti che avranno un impatto considerevole sulle imprese alimentari, sia straniere che locali.
In vigore dal 1° Ottobre 2015, la nuova legge invia un segnale importante all’opinione pubblica. Il governo cinese è intenzionato a terminare il ciclo di scandali alimentari che da anni affligge il Paese, e che ha fatto crollare la fiducia dei consumatori per i prodotti locali. Gli scandali hanno facilitato il successo dei prodotti d’importazione, ritenuti – soprattutto dalla classe media emergente – di indiscutibile qualità. I marchi stranieri infatti detengono l’80% del mercato dei prodotti alimentari per neonati. Una preferenza così marcata verso i prodotti di importazione è la diretta conseguenza di eventi drammatici come quello dello scandalo melamina, in cui latte in polvere contaminato causò almeno sei decessi e danni permanenti alla salute di oltre 300 mila bambini.
Il tema della sicurezza alimentare ha quindi assunto elevata priorità nell’agenda governativa. Al di là della nuova legge che entrerà in vigore ad ottobre, sono stati apportati emendamenti su altre tre norme che tutelano i diritti dei consumatori, ossia: “Misure amministrative sul ritiro dei prodotti alimentari”; “Legge sulla tutela del consumatore” e la “Legge sugli annunci pubblicitari”. L’obiettivo di tali riforme è quello di incrementare il consumo di prodotti locali, soprattutto in settori dominati dalle imprese straniere come quello degli alimenti per neonati.
La nuova legge sulla sicurezza alimentare presenta un corpus legislativo più solido, introducendo pene più severe ed indicazioni più dettagliate in merito alla produzione di alimenti destinati al consumatore finale. 

Evoluzione normativa e accesso al mercato
A livello normativo sono stati recentemente effettuati alcuni tentativi di revisione della Legge sulla sicurezza alimentare. L’Assemblea Nazionale Popolare ha modificato la bozza di emendamento elaborata nel luglio del 2014 ed ha pubblicato un nuovo documento. Tra i principali contenuti della seconda bozza di emendamento si evidenziano: il sistema di certificazioni per i venditori di prodotti alimentari online, l’etichettatura degli Ogm, il potenziamento della tracciabilità dei prodotti alimentari, il rafforzamento dei controlli obbligatori delle imprese sulle fasi di acquisto delle materie e di immagazzinamento, l’inasprimento delle sanzioni che il Dipartimento per la supervisione ed il controllo degli alimenti e dei farmaci può irrogare nei casi di violazione degli standard di sicurezza alimentare. 
Nel corso del 2014 si è assistito anche all’emanazione di Misure sulla procedura per l’irrogazione di sanzioni del Dipartimento per la supervisione ed il controllo degli alimenti e dei farmaci; di Nuovi standard nazionali per la sicurezza dei prodotti alimentari adottati dalla Commissione per la salute nazionale e la pianificazione familiare; di Misure di sicurezza alimentare sulle ispezioni e di Misure sul prelievo e sull’analisi di campioni alimentari adottate dal Dipartimento centrale per la supervisione ed il controllo degli alimenti e dei farmaci. 
Da ultimo, il 28 gennaio 2015, la Commissione per la salute nazionale e la pianificazione familiare ha pubblicato l’Avviso sulla revisione delle disposizioni sull’amministrazione degli additivi per alimenti. 
Va evidenziato che i sopracitati provvedimenti possono inquadrarsi nell’ambito di una più generale politica di tutela della salute e di repressione delle condotte potenzialmente lesive della stessa. Sotto il profilo della tutela preventiva, si cerca di garantire un grado più elevato di sicurezza alimentare mediante la ridefinizione degli standard nazionali, il rigido controllo sugli additivi per alimenti, la frequenza e l’accuratezza delle ispezioni, la possibilità di verificare con strumenti scientifici e tecnologici la qualità dei prodotti alimentari esposti sugli scaffali o conservati nei magazzini. Sotto il profilo della repressione delle condotte lesive, si mira a rendere effettivo il sistema di responsabilità attraverso la concentrazione dei poteri sanzionatori nel solo Dipartimento per la supervisione ed il controllo degli alimenti e dei farmaci, e la previsione di specifiche condizioni e dettagliate modalità di irrogazione delle sanzioni. 
Tenuto conto dell’elevato grado di sviluppo offerto dal canale e-commerce alla vendita dei prodotti, tra cui quelli alimentari, la normativa di cui sopra va letta insieme a quanto previsto sia in materia di vendita online sia in materia di tutela dei consumatori, il cui testo legislativo di riferimento è entrato in vigore il 15 marzo 2014. A tale proposito, il 2 dicembre 2014 è stato emanato un Avviso dell’Amministrazione generale per la supervisione della qualità, ispezione e quarantena sull’adozione di piani di lavoro per il miglioramento della qualità dei prodotti e-commerce, tra i cui obiettivi si segnalano: il rigido controllo sulla qualità dei prodotti da parte delle stesse fonti di produzione; il miglioramento nella formulazione di standard specifici per prodotti e-commerce; la guida alle imprese per lo sviluppo di un sistema di gestione che garantisca la qualità dei prodotti; il controllo sul rispetto da parte delle imprese e-commerce di leggi, regolamenti, standard, e regole riguardanti certificazioni ed etichettatura dei prodotti.
Tuttavia, permangono delle carenze e degli aspetti critici relativi alla legge in ordine al sistema di monitoraggio dei pericoli e di valutazione degli stessi sia in ordine alla formulazione degli standard per la sicurezza alimentare. Rimangono altresì dubbi sull’effettiva implementazione della Legge e sulle normative e i regolamenti di attuazione. 

I Soci

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