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06/05/2019

The School

Gli studenti del Marco Polo e Turandot al Far East Film Festival 2019

Quattro studenti del programma Marco Polo e Turandot che frequentano la Scuola di Formazione Permanente hanno partecipato all'ultimo Far East Film Festival (FEFF), che si è tenuto a Udine dal 26 aprile al 4 maggio scorsi. Per gli studenti è stata un'esperienza unica e interessantissima visto che hanno hanno potuto seguire workshop e lezioni sull'arte della scrittura cinematografica, vedere film al Teatro, partecipare ai FEFF Talks (incontri con i registi, attori e produttori) e agli eventi in città. Hanno anche contribuito attivamente alla creazione di alcuni post dedicati al Festival sulla piattaforma social Weibo del FEFF. 

Per sapere com'è andata l'edizione 2019 del Festival, qui di seguito il comunicato stampa dell'evento:
«Noi viviamo dall’altra parte del mondo e avevamo paura che il nostro film non venisse capito. Ma il mondo parla una lingua sola: quella dell’amore...». La giovane attrice Crisel Consunji, emozionata e raggiante, ha commentato così il trionfo hongkonghese di Still Human al Far East Film Festival 21, dividendo il palco e l’ovazione del Teatro Nuovo con la regista Oliver Chan e con il monumentale protagonista Anthony Wong (già premiato con il Gelso d’Oro alla Carriera).
Il pubblico del FEFF 21 non ha avuto dubbi, nel decidere la prima posizione della classifica, e così anche gli accreditati Black Dragon, che hanno assegnato a Still Human il Premio della critica. Al secondo posto si è invece qualificata la black comedy cinese Dying To Survive di Wen Muye e al terzo posto il super blockbuster coreano Extreme Job di Lee Byoung-heon. Il Gelso Bianco per le opere prime, infine, è andato al giapponese Melancholic dell’esordiente Tanaka Seiji, mentre i lettori di MYmovies.it hanno preferito gli ardori ultra pop giapponesi di Fly Me To The Saitama di Takeuchi Hideki.

9 giorni di programmazione. 77 film che raccontano il presente e guardano al futuro. 3 anteprime mondiali – e 14 debutti – che dimostrano la centralità conquistata da Udine sul fronte del mercato cinematografico orientale. Ecco il Far East Film Festival ed ecco, pur con tutti i limiti della sintesi, il bilancio della ventunesima edizione.
La Via della Seta ha portato al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e al Cinema Centrale 60 mila spettatori, 200 guest star dall’Asia (tra cui, ricordiamo, tre super divi come Jeon Do-Yeon, Yao Chen, Anthony Wong) e 200 professionisti dell’industria cinematografica orientale ed europea (i sale agent, i buyer, i key-player del workshop internazionale Ties That Bind e del project market Focus Asia).
1600, invece, gli accreditati (giornalisti, docenti, studenti, ambasciatori di altri festival), provenienti da oltre 20 paesi: Italia, Olanda, Slovenia, Regno Unito, Germania, Svezia, Stati Uniti, Francia, Belgio, Svizzera, Cina, Canada, Spagna, Hong Kong, Giappone, Croazia, Ungheria, Polonia, Austria, Norvegia, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Brasile, Svezia e Serbia.
Decisamente positivo anche l’impatto del FEFF 21 sulla città, nonostante un meteo tutt’altro che amichevole: il fittissimo programma dei FEFF Events, oltre 100 appuntamenti tra cui l’ormai tradizionale Cosplay Contest, ha fatto registrare oltre 20 mila presenze. Non bisogna, poi, dimenticare l’attivissima social community del festival, che anche quest’anno ha coinvolto migliaia di fan (30 mila solo su Facebook).

A fronte di tutti i risultati e di tutti gli indicatori di crescita, a fronte di una reputazione internazionale ogni anno più solida e di una notevole ricaduta economica sul territorio, il FEFF continua però a misurarsi con pesantissimi tagli ai finanziamenti pubblici: rispetto al 2018, l’organizzazione ha dovuto costruire il festival con oltre 150 mila euro in meno. E, va da sè, non è pensabile mantenere – proteggere – gli standard acquisiti nell’arco di vent’anni qualora l’emorragia di risorse, risorse appunto vitali, dovesse proseguire. Ora il FEFF resiste, per non dire “fa miracoli”, anche grazie all’indispensabile contributo dei volontari, ma una struttura così complessa, così ramificata, necessita di un altro passo istituzionale per guardare avanti. E avanti, ovviamente, significa la prossima edizione.

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